Il ruolo del biologico nel Piano strategico italiano della PAC: 2023-2027
Il Piano Strategico della PAC (Politica Agricola Comune) da poco entrato in vigore, prevede che nel prossimo quinquennio 2023-2027 l’agricoltura italiana benefici di 36,5 miliardi di euro, per la maggior parte fondi europei (circa 27 miliardi).
Gli obiettivi generali sono rafforzare il settore agroalimentare e forestale, garantendone al contempo la sostenibilità ambientale, economica e sociale.
Gli interventi economici sono suddivisi in capitoli quali: Aiuti al reddito (10,47 mld di euro), Ecoschemi (4,38 mld di euro), Sostegno accoppiato (2,6 mld di euro), Aiuti settoriali (3,04 mld di euro), Assistenza tecnica (350 mln di euro) e Sviluppo rurale (14,7 mld di euro). Ed è proprio in quest’ultimo che sono contenuti i sostegni per lo sviluppo dell’agricoltura biologica. Ad essa sono, infatti, riservati 2,13 miliardi di euro e cioè il 16,4% dei fondi destinati alla Sviluppo rurale e il 47% delle risorse dirette a misure agro-climatiche ambientali.
La nuova programmazione prevede 8 gruppi di Interventi, segnando un’importante riduzione del numero rispetto a quanto accadeva nei precedenti cinque anni (allora vi erano 21 misure). In particolare, il supporto all’agricoltura bio avviene secondo la tipologia A. pagamenti per Impegni ambientali, climatici e altri impegni in materia di gestione e attraverso l’intervento contrassegnato dalla siglaSRA29, “Pagamento al fine di adottare e mantenere pratiche e metodi di produzione biologica”.
In pratica, significa che vi sarà un pagamento annuale per ettaro di Superficie Agricola Utilizzata – SAU agli agricoltori che si impegnano volontariamente a convertire e a mantenere le superfici coltivate ad agricoltura biologica (secondo Reg. Ue 2018/848). Come? Attraverso la compensazione dei minori ricavi e/o maggiori costi dei processi produttivi collegati al rispetto del metodo di agricoltura biologica.
Un provvedimento che va nella direzione presa dalla strategia Farm to Fork dell’UE, che tra le altre finalità, ha quella di raggiungere il 25% della SAU europea a biologico entro il 2030.
Un obiettivo che l’Italia vorrebbe raggiungere già nel 2027, con tre anni di anticipo. Nel 2021, l’incidenza di superficie a biologico era del 17,4%, con 2 milioni di ettari e 86mila operatori. Osservando dal punto di vista della superficie coltivata a biologico si ha la seguente suddivisione: 45% coltivata a seminativi, il 26% dedicata a prati e pascoli, il 23% a colture permanenti, mentre il 6% è composto da quote di terreni a riposo e ortaggi (dati 2021, ISMEA).
Guardando a livello regionale, Sicilia, Calabria, Puglia e Toscana superano già il 20% di impegno in termini di risorse e SAU; l’Emilia-Romagna arriverà a questo risultato presumibilmente nel periodo 2023.
L’intervento SRA29, intanto, riguarda tutte le Regioni italiane, anche se ogni territorio è libero di adottare la propria strategia.

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