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Nomisma sull’export BIO – focus su Stati Uniti

Secondo partner commerciale per l’Italia nel Food & Beverage e primo al mondo per import agroalimentare e consumo di prodotti biologici, gli Stati Uniti rappresentano uno dei mercati più promettenti per il Bio Made in Italy. È quanto emerge dai risultati dell’analisi condotta da Nomisma e illustrata nell’ambito della presentazione di ITA.BIO, la prima piattaforma online di dati e informazioni a supporto dell’internazionalizzazione del biologico Made in Italy promossa da ICE, Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, e FederBio e curata da Nomisma.

I dati e le informazioni che arricchiscono la piattaforma ITA.BIO e supportano le imprese italiane del bio che intendono esportare i propri prodotti sui mercati internazionali, derivano da diverse fonti: prima tra tutte l’indagine sulle aziende che permette ogni anno di stimare i flussi di export del bio italiano, che sfuggono ai monitoraggi dei dati di fonte istituzionale a causa della mancanza di codici doganali specifici che li distinguono dai prodotti convenzionali. L’indagine quest’anno ha coinvolto 500 imprese italiane (BIO e non BIO, esportatrici e non). 

Un altro strumento della piattaforma ITA.BIO sono le survey sul consumatore dei principali mercati di riferimento del bio, che permettono di individuare e misurare posizionamento e percezione dei nostri prodotti biologici all’estero.

Il primo focus di ITA.BIO è stato realizzato sul mercato statunitense: nella survey sul consumatore statunitense è stato analizzato un campione di 1000 persone tra i 18 e i 65 anni responsabili degli acquisti alimentari della famiglia (500 di New York e 500 tra Los Angeles e San Francisco). 

Il ruolo dell’export del BIO Made in Italy

L’export BIO registra performance molto positive, addirittura superiori a quelle dell’export agroalimentare nel suo complesso. Nel 2020, infatti, le vendite di prodotti agroalimentari italiani BIO sui mercati internazionali hanno raggiunto i 2,6 miliardi di euro, ossia l’8% in più rispetto al 2019, una crescita maggiore rispetto all’export agroalimentare nel suo complesso, che si è fermato a +3,5%. Questo significativo sviluppo è confermato anche dalla crescita di lungo periodo: l’esportazione italiana di prodotti BIO è aumentata infatti del 149% rispetto al 2010 e, nel 2019, ha rappresentato il 70% dell’export dairy, il 67% dell’export di DOP/IGP e il 38% dell’export di vino.

Nomisma sull’export BIO - focus su STATI UNITI

Promuovere i prodotti BIO all’estero: quali strumenti di comunicazione utilizzano le aziende?

Dopo aver individuato nella notorietà del brand (32%), nelle garanzie di sicurezza (31%), nella qualità organolettica (30%), nel prezzo (29%) e nell’origine italiana (25%) i principali fattori che determinano il successo di un’impresa sui mercati esteri, la ricerca Nomisma ha indagato quali siano gli strumenti di comunicazione più rilevanti e maggiormente impiegati dalle imprese BIO italiane per promuovere i propri prodotti all’estero.

Tra gli strumenti più utilizzati dalle aziende esportatrici figurano le fiere internazionali sul biologico (62%), la digital communication (48%)e gli eventi diretti agli importatori (35%). Le imprese, invece, hanno poca fiducia nella comunicazione e promozione istituzionale (14%).

Il biologico negli Stati Uniti

Con 4,6 miliardi di euro di esportazioni di prodotti Food & Beverage italiani nel 2019 (+11% rispetto al 2018), gliStati Unitirappresentano ilsecondo mercato di destinazione del nostro agroalimentare. Inoltre, secondo le imprese italiane BIO esportatrici, gli USA si posizionano al terzo posto nella top 10 dei mercati con le maggiori prospettive di crescita.
Il forte interesse per il biologico da parte degli statunitensi è confermato anche dai numeri del settore, tutti in crescita: 2 milioni di ettari coltivati secondo il metodo biologico nel 2018 (+14% rispetto al 2010) e 18.166 operatori nel comparto, aumentati del 38% dal 2010 al 2018. Con un valore di quasi 45 miliardi di euro nel 2019 (+4,6% rispetto al 2018 e +158% in confronto al 2010), gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato al consumo per prodotti alimentari BIO (oltre il 40% delle vendite mondiali nel 2018).

I consumatori di prodotti BIO negli USA

I risultati della survey di Nomisma indicano una profonda diffusione del biologico tra i consumatori statunitensi. Secondo l’analisi, quasi 9 famiglie su 10 (89%) hanno consumato un prodotto alimentare o una bevanda a marchio BIO nel 2020, quota cresciuta rispetto al 2016, quando era pari all’82%. Tra gli altri fattori che fanno degli Stati Uniti un mercato ad alto potenziale per il biologico ci sono l’elevato numero di heavy user, ossia coloro che consumano bio almeno una volta a settimana, che rappresentano il 40% del totale. La forte espansione del consumo di prodotti BIO anche al di fuori del contesto domestico: il 76% degli americani, infatti, ha consumato prodotti bio o piatti a base di ingredienti biologici anche nel canale away from home almeno una volta nell’ultimo anno.

Perché gli statunitensi scelgono il biologico e quanto pesa il marchio BIO nelle decisioni di acquisto?

Il biologico riveste un peso importante nelle scelte alimentari dei consumatori statunitensi, basti pensare che il 20% di essi ha indicato la presenza del marchio BIO tra i fattori in grado di guidare le proprie decisioni di acquisto e che il 74% ritiene il biologico un prodotto di qualità superiore rispetto agli alimenti non BIO. 
Ma quali sono, nello specifico, le motivazioni che spingono gli americani a optare per alimenti di origine biologica? Il 25% ritiene questi alimenti più sicuri per la salute, un altro 25% li considera di maggiore qualità , mentre il 22% li sceglie per salvaguardare il pianeta.

Negli acquisti BIO, inoltre, il consumatore presta attenzione ad alcuni aspetti in particolare: il 26% afferma di tenere in considerazione l’origine degli alimenti (nello specifico, il 18% cerca prodotti originari degli USA), il 17% il marchio (del produttore o del supermercato), mentre il 15% la sostenibilità del prodotto (confezione eco friendly e informazioni sul basso impatto ambientale).

I canali d’acquisto

Nomisma ha indagato anche sui canali d’acquisto, domandando agli statunitensi in quali punti vendita acquistassero prodotti BIO e rilevando che il 26% sceglie la grande distribuzione (online e offline), il 25%i negozi specializzati in prodotti biologici (online e offline), mentre il 14% preferisce rivolgersi direttamente al produttore. Nel complesso, secondo l’analisi, il 41% dei consumatori compra cibo biologico online, prediligendo consegna a domicilio (65%) e click&collect (25%).

L’impatto del Covid-19 sul biologico

Qual è stato l’impatto del Coronavirus e del Lockdown sul consumo dei prodotti biologici da parte degli statunitensi? Da quando è scoppiata la pandemia, secondo i risultati della ricerca, il 10% ha cercato più frequentemente rispetto al passato il marchio bio. In particolare, in relazione ai cambiamenti avvenuti nella spesa alimentare in seguito al Coronavirus, in riferimento al 2020 nel complesso, il 36% dei consumatori ha aumentato la spesa per i prodotti biologici rispetto al 2019 e addirittura il 6% ha comprato BIO per la prima volta proprio quest’anno.

Il 21% delle persone che hanno incrementato la propria spesa nel biologico durante il 2020 spiega di averlo fatto perché il BIO dà più sicurezza, il 20% ha iniziato a fare scelte più attente e consapevoli a causa dell’emergenza sanitaria e il 12% perché si ritiene più sensibile alla salute dell’ambiente e degli animali.

Il BIO Made in Italy per il consumatore statunitense

Se gli statunitensi sono molto interessati agli alimenti di origine biologica, lo sono ancor di più quando questi provengono dal nostro Paese. In particolare, dall’analisi Nomisma, emerge che gli USA posizionano l’Italia al primo posto nella top 5 per l’origine di qualità dei prodotti alimentari e il tricolore si conferma al primo posto anche quando si parla di biologico: secondo il 26% dei consumatori, infatti, siamo il Paese straniero con gli alimenti BIO di maggiore qualità, tanto che 8 persone su 10 sono disposte a pagare un prezzo più alto per avere la garanzia del Made in Italy nel BIO. Nello specifico, vino, olio extra-vergine e pasta rappresentano gli alimenti biologici per i quali l’origine italiana è più importante.

Il 43% rischia di acquistare falsi Made in Italy

Dai dati della ricerca si evince che, negli ultimi 12 mesi, il 24% degli statunitensi ha acquistato occasionalmente alimenti biologica di origine italiani, tuttavia solo il 57% delle persone controlla effettivamente in etichetta le informazioni relative alla provenienza degli ingredienti e al luogo di produzione. Questo significa che il 43% rischia di comprare prodotti che richiamano erroneamente il Made in Italy.

Gli sviluppi futuri

In prospettiva futura, non sembrano esserci ostacoli per il binomio BIO e Made in Italy: il 65% dei consumatori, infatti, si dice interessato all’acquisto di un prodotto italiano a marchio biologico se disponibile presso i canali abituali. Il 66% degli attuali non users, infatti, non ha mai provato il nostro BIO perché non lo trova nell’assortimento dei negozi abituali, mentre il 21% perché non ne conosce le caratteristiche distintive. Da ciò si intuisce che la reperibilità e la corretta informazione rappresentano le leve essenziali per accrescere la consumer base nel nostro BIO negli Stati Uniti.

ITA.BIO: la prima piattaforma per l’internazionalizzazione del biologico Made in Italy

Proprio nell’ottica di supportare le imprese bio italiane nella delicata fase di promozione dei propri prodotti sui mercati internazionali, è nata la piattaformaITA.BIO, iniziativa di Federbio e ICE, a cura di Nomisma. La piattaforma – che contiene dati e informazioni utili a disposizione delle aziende del settore – è stata sviluppata per:

  • supportare la definizione di politiche di promozione, grazie alle informazioni sui mercati di riferimento;
  • proporre soluzioni di market intelligence volte a promuovere lo sviluppo della filiera agroalimentare del Paese e la sua internazionalizzazione;
  • sostenere la promozione del biologico Made in Italy sui mercati internazionali;
  • individuare i prodotti BIO Made in Italy che hanno il maggiore potenziale all’estero, soprattutto in USA e in Cina e con particolare riferimento al canale e-commerce;
  • offrire numeri e competenze di scenario sui principali mercati di riferimento;
  • fare rete con la community, condividendo le informazioni sui mercati e aiutando a interpretare le sfide dello scenario competitivo globale.

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