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Prodotti alimentari certificati Doping Free. Una sicurezza per atleti, società sportive e aziende produttrici

Mar 18, 2025

Il doping inconsapevole minaccia atleti di ogni livello. La certificazione “Play Sure Doping Free” frutto della collaborazione tra l’Associazione No Doping Life e QCertificazioni garantisce che prodotti nutraceutici, integratori alimentari e alimenti funzionali siano privi di sostanze proibite dalla WADA, assicurando un utilizzo sicuro e conforme alle normative sportive.

Andare più veloci, resistere alla fatica e migliorare la resistenza, aumentare la propria massa muscolare, accorciare i tempi di recupero. Si tratta di legittimi obiettivi che gli sportivi si pongono quando si allenano e si preparano. Ed è proprio qui che interviene il doping, offrendo una soluzione più rapida al raggiungimento di prestazioni migliori. Una soluzione che, com’è noto, non solo è sbagliata dal punto di vista etico ma è anche pericolosa per la salute.

L’attenzione al fenomeno è cresciuta notevolmente negli ultimi decenni e si concretizzata con la creazione – su input del Comitato Olimpico Internazionale – di un’apposita agenzia internazionale, la WADA ovvero World Anti-Doping Agency. Pensata per combattere contro il doping, l’agenzia ha stilato un elenco di sostanze e di metodi il cui utilizzo è espressamente vietato (il cosiddetto Olympic movement anti-doping code).

DOPING E LEGISLAZIONE IN ITALIA

In Italia, il doping è diventato reato con la legge del 14 dicembre 2000, n. 376 sulla tutela sanitaria della pratica sportiva. Come si legge nell’articolo 1, costituisce doping la somministrazione o l’assunzione di farmaci o di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive e l’adozione o la sottoposizione a pratiche mediche non giustificate da condizioni patologiche ed idonee a modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell’organismo al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti.

Una definizione che presuppone consapevolezza, volontarietà e, dunque un comportamento doloso. Eppure, il crescente numero di sportivi professionisti ma anche amatoriali o dilettanti che – dopo controlli – vengono trovati positivi a qualche sostanza proibita ha fatto emergere il fenomeno del “doping inconsapevole”. Il caso del campione di tennis Jannik Sinner, sospeso per tre mesi per doping nonostante lo stesso tribunale della WADA abbia riconosciuto una “contaminazione involontaria”, è l’esempio più eclatante. Tuttavia, accade che medicinali e dispositivi medici classificati come sostanze dopanti, possano essere somministrati o presi direttamente dall’atleta senza che ve ne sia la reale coscienza.

Ma non solo. Il problema si accentua e si diffonde quando si entra nel settore della cosiddetta nutraceutica, degli integratori, dei pharma food e delle bevande energetiche.

Per esempio alcuni di essi, benché apparentemente innocui, possono generare positività ai controlli perché contaminati con sostanze o agenti proibiti. In altri casi, vi possono essere errori nell’etichettatura o mancata menzione fra gli ingredienti.
Pertanto, non sempre è chiaro – non se ne ha la certezza – se ciò che si sta assumendo abbia o meno componenti incluse nella lista WADA delle sostanze proibite. Una differenza sostanziale rispetto a quanto accade per i farmaci che, dal 2016, riportano sulla confezione – sotto forma grafica – e nelle indicazioni la dicitura di farmaco vietato.

Come fare quindi a evitare di assumere sostanze dopanti e incorrere in sanzioni che danneggiano innanzitutto l’atleta, ma anche la società sportiva per la quale gareggia? E come possono le aziende che, invece, realizzano e commercializzano questi prodotti a tranquillizzare – e garantire – i consumatori sulla sicurezza di ciò che vendono?

IL CONTRIBUTO DI QCERTIFICAZIONI E NO DOPING LIFE

Dalla collaborazione tecnica fra un’associazione no profit e QCertificazioni, società del Gruppo Bureau Veritas Italia, nasce il primo concreto tentativo di garantire la formulazione di alimenti e prodotti, attraverso una corretta informazione, non solo agli sportivi, ma di tutti i consumatori che vogliono evitare sostanze proibite.

L’Associazione no profit No Doping Life, nata a Milano con l’apporto di alcuni fra i più noti esperti scientifici del settore, attraverso la promozione di una serie di valori etici (no doping) e legati alla qualità dei prodotti e dei servizi per lo sport e la salute in generale, intende – con questa certificazione – valorizzare le imprese che si impegnano a garantire per i propri consumatori/clienti, l’impegno contro le sostanze definite dopanti, attraverso un insieme di azioni che consentano il controllo dei processi.

La certificazione si applica quindi alle aziende che producono prodotti nutraceutici, integratori alimentari e alimenti funzionali, ma anche a palestre, società ed associazioni sportive. Il progetto che l’Associazione ha lanciato si auto-qualifica con il nome Play Sure Doping Free.

L’Associazione No Doping Life ha redatto un Disciplinare tecnico in base al quale rilascia una certificazione alle aziende che vi aderiranno e ne rispetteranno i requisiti. Un accordo sottoscritto con QCertificazioni consente di accedere all’iter di certificazione per uno o più nutraceutici.


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